Traduzione dall’inglese, effettuata con il gentile permesso degli autori Yoshiko Buchanan e E. Clay Buchanan, dell’articolo pubblicato sul loro sito “The Kyudo Project Incorporated”

Immagine tratta dalla copertina del n. 2/2010 del Bollettino dell'ANKF

Chiba Tanetsugu, Hanshi
Immagine tratta dalla copertina del n. 2/2010 del Bollettino dell’ANKF

Introduzione

Recentemente ci è stata data una buona opportunità di apprendere e apprezzare la storia del Taihai che pratichiamo da quando abbiamo cominciato a studiare il Kyudo. In genere non si presta particolare attenzione al modo in cui sia nato il Taihai attuale, e a chi lo abbia creato circa 50 anni fa. Come praticanti di Kyudo dell’ANKF è bene conoscere la storia del Taihai, che costituisce una parte così importante dell’odierna pratica di tiro. Crediamo che tale storia ci aiuti a capire la natura del Kyudo dell’ANKF. Inoltre, attraverso la storia del Taihai possiamo apprezzare quanta cura, considerazione e passione tutti i sensei abbiano profuso nell’odierno Shaho. Scopriremo quanto duramente i sensei provenienti da scuole diverse abbiano lavorato insieme per approdare al consenso necessario alla fondazione dello Shaho dell’ANKF. Esso non fu la creazione di una persona sola, ma nacque dall’autentica ed entusiastica collaborazione di molti maestri di quell’epoca. Siamo stati fortunati ad aver avuto accesso a vecchi documenti che ci narrano alcuni episodi degli anni in cui nacque il Taihai. Tale materiale e le relative, autentiche informazioni debbono essere condivise con tutti coloro che sono in grado di capire cosa significhi oggi il Kyudo per noi.

25 gennaio 2001 Yoshiko Buchanan,
Renshi 5° dan
E. Clay Buchanan, 5° dan

La finalità del Taihai dell’ANKF

Il termine Taihai definisce tutti i movimenti associati all’atto di tirare, eccettuate le otto fasi del tiro stesso. Il modo di inchinarsi, camminare, sedersi e alzarsi sono governati dalle regole del Taihai. La finalità del Taihai dell’ANKF è espressa nella versione inglese del Kyudo Manual, nella sezione intitolata “L’importanza di standardizzare il Tiro Cerimoniale”:

“Tuttavia, quando il tiro cerimoniale viene effettuato contemporaneamente da più persone provenienti da scuole diverse, è contrario agli scopi precipui della cortesia e dell’etichetta che ogni singolo arciere si attenga allo stile originario proprio della sua scuola: questo è il motivo per cui si rese necessario stabilire uno stile uniforme e valido per tutti”.

Dato che in Giappone esistono molte scuole tradizionali di tiro con l’arco, ciascuna delle quali possiede un proprio stile di tiro e cerimonie proprie, alcuni riconobbero che un Taihai nazionale standard per il conferimento del titolo di insegnante, la condotta dei seminari e l’accertamento dei gradi fosse un elemento essenziale per un’organizzazione nazionale di tiro con l’arco. Come si legge nella versione inglese del Manuale di Kyudo, tale standard è necessario anche per consentire ad arcieri di scuole diverse di tirare insieme.

Il lavoro di unificazione di cui parliamo non era stato il primo. Nel 1933 il Dai Nippon Butoku Kai (Società della Virtù delle Arti Guerriere del Grande Giappone) aveva dato vita al primo comitato di unificazione, e nel 1935 aveva pubblicato il Kyudo Yousoku (Regole Importanti del Kyudo) nel Dai Nippon Kyudo Kyohon (Manuale di Kyudo del Grande Giappone). Oltre al Taihai, però, lo standard includeva anche uno Shaho (metodo di tiro) standard che fissava un unico modo di sollevare l’arco in uchiokoshi (fase 3). Questo nuovo metodo unificato di sollevare l’arco incorporava elementi provenienti da diverse scuole di arco tradizionale, alcune delle quali eseguivano un uchiokoshi shamen (sollevando l’arco obliquamente) e altre un uchiokoshi shomen (sollevandolo verticalmente). A questo nuovo standard tutti fecero resistenza, come si afferma nella versione inglese del Kyudo Manual: “Comunque, pochi anni dopo, i principi e le regole allora stabiliti erano già caduti in disuso, avendo provocato le obiezioni di molti all’interno del mondo del Kyudo”.

Lo Shaho odierno permette di utilizzare sia l’uchiokoshi shomen che quello shamen per gli esami e le gare. Di fatto una domanda scritta, frequentemente posta al candidato, riguarda il modo differente di sollevare l’arco, per essere certi che l’allievo conosca anche gli stili diversi dal suo. Questa condivisione di informazioni e di pratica tra gli arcieri di scuole diverse è il proposito primario del Taihai moderno dell’ANKF, e il suo valore non va sottovalutato. In aggiunta, vi è un’altra finalità inerente al Taihai e allo shaho dell’ANKF. Lo Shaho moderno ha l’obiettivo di “democratizzare” il Kyudo moderno, come è spiegato nella sezione della Diffusione del Kyudo della versione inglese del Manuale:

“Tra questi cambiamenti vi è l’organizzazione democratica del Kyudo, che ha lo scopo di renderlo accessibile a tutti. Anche nella nostra predisposizione mentale dovrebbe esservi un’apertura che rifletta lo spirito democratico. Tuttavia, una mera democratizzazione esterna della struttura senza un cambiamento dell’attitudine interiore non riconoscerebbe lo scopo principale del Kyudo che è l’addestramento morale. Non può esservi democratizzazione del Kyudo senza l’atteggiamento morale che dovrebbe costituirne il fondamento”.

Una delle finalità del Taihai dell’ANKF è quello di rendere lo studio del Kyudo accessibile a tutti i giapponesi, non solo ad una piccola élite, e per estensione a tutti i non giapponesi. Con la diffusione della pratica del Kyudo che raggiunga anche la persona comune anche il beneficio primario del Kyudo stesso, che è l’addestramento morale, diviene accessibile, e in tal modo il Kyudo diventa un attivo fattore di beneficio per la società e il mondo. Nel 1953, in un Giappone devastato dalla guerra le discussioni sul futuro del Kyudo e del Giappone non erano oziose dispute filosofiche, ma l’espressione di una sincera preoccupazione da parte degli anziani maestri delle arti marziali. È questo il contesto che occorre tenere presente quando si legge la prefazione di Chiba sensei al Manuale, scritta nel giugno del 1953:

“Credo che tutte le persone sinceramente interessate abbiano percepito un periodo di collasso morale e di confusione sia sul piano spirituale che su quello della tecnica pratica… Pur essendosi già presentata in passato, tale tendenza è oggi particolarmente evidente nella comunità del Kyudo”.

La Commissione costituita per sancire i Principi del Tiro (1953)

Il primo manuale di Kyudo dell’ANKF fu pubblicato nel 1953. Esso fu controllato dalla Commissione di Fondazione. I suoi membri erano:

  • Chiba Tanetsugu, Hanshi
  • Uno Youzaburou, Hanshi
  • Urakami Sakae, Hanshi
  • Kaminaga Masakichi, Hanshi
  • Takagi Tasuku, Hanshi

La prima edizione del Manuale di Kyudo fu pubblicata nel 1953, e fu riveduta e corretta tre volte: fu riveduta nell’aprile 1956 e nel maggio 1971, e fu corretta nel settembre 1981. La versione inglese fu pubblicata nel 1994.

Vogliamo introdurre alcuni episodi che narrano come i sensei abbiano studiato il “Taihai” basandosi sul primo volume del manuale di Kyudo. Uno di essi si legge nelle memorie di Nakano Kekichi, Hanshi 10° dan, e riguarda la pratica nel Dojo di Hakone. L’altro materiale è costituito dal post scriptum del primo Manuale di Kyudo, pubblicato nel 1953, che riportiamo per primo.

Il post scriptum del primo Manuale di Kyudo pubblicato nel 1953

“Il presidente, Chiba sensei, si adoperò entusiasticamente per la pubblicazione del Manuale di Kyudo. Lavorò attivamente e continuamente per diversi giorni nel Saineikan Kyudo Dojo del Palazzo Imperiale. In particolare, quando furono scattate le foto dello Shaho e dello Sharei egli s’impegnò ad istruire, guidare e controllare i fotografi. Furono realizzati più di 500 scatti, metà dei quali apparvero nel manuale. Lo sforzo di Chiba fu enorme.

Anche quando sembrava completo c’era sempre qualcosa da aggiungere. Se le foto non erano abbastanza buone per l’angolo di illuminazione o per qualche altro motivo dovevano essere nuovamente scattate. Vi furono innumerevoli difficoltà da affrontare dietro le quinte.

Nel sancire lo Shaho si è più volte detto che l’intenzione non era quella di creare qualcosa di nuovo, ma di mettere in ordine ciò che si era praticato in passato. Tuttavia, pur essendo costituito di molteplici elementi praticati precedentemente, esso non rappresenta qualcosa di vago, ed è coerente con i suoi principi. Viene promulgato come il migliore stile di tiro per lo Shaho odierno, di cui il Manuale di Kyudo esprime il significato e i principi basilari.

Nella misura in cui il Kyudo è qualcosa che sta in rapporto alla vita quotidiana degli esseri umani, non c’è bisogno di dire che i suoi movimenti fondamentali debbono essere corretti. Per tale ragione lo Shaho riconosce l’importanza dei movimenti di base, che si fondano su principi razionali dei movimenti umani quali il sedersi, l’alzarsi, l’avanzare e l’indietreggiare. E non dipende da consuetudini e abitudini tradizionali. Persino lo Shaho Sharei è stato distillato attraverso lo studio delle sue origini, ed estraendo l’essenza delle tradizioni classiche dei ryu e degli ha che sono tuttora rispettati. In virtù di tutto questo, esso non consiste in una mera azione di controllo destinata ad unificare gli stili. Un’intenzione del genere non fu mai presa in considerazione allorché fu promulgato lo Shaho Sharei.

I membri della Commissione e quelli del Comitato editoriale che si sono applicati alla creazione dell’attuale Shaho furono:

(per i membri della Commissione costituita per sancire i Principi del Tiro del 1953, vedi la lista su riportata in questo documento)

Membri editoriali, 1953

  • Murakami, Hisashi
  • Takeuchi, Joei
  • Ishioka, Hisao

Tutte le foto del Kyudo Manual furono scattate nel corso di diversi giorni, come è stato già detto. Esprimiamo la nostra profonda gratitudine a coloro che lavorarono come modelli per le foto: Suzuki Hiroyuki, Kubota Shintaro, Morito Yasuyuki, Saito Tomoji, Kitamura Issei, Kobayashi Masao, Saito Matsuo, Itakura Tetsuo, Kitajima Tsuyoshi, Inagaki Genshiro, Hirooka Shinzo, Suzuki Takio,gli allievi dei club universitari di kyudo Watabe Yoshiko, Urakami Hiroko, Sano Torii, Kurabara Shingeyo.

Esprimiamo il nostro profondo apprezzamento per i membri del Kyudo club e del Quartier generale della Polizia Imperiale, che ci hanno permesso di utilizzare il Saineikan Kyudojo per le foto. Le foto sono state realizzate dal signor Manji Terajima, per la PhotoPress Inc.; egli è ben noto nel campo, e ringraziamo anche il signor Goro Tanaka della PhotoPress Inc. che si è impegnato nella pubblicazione di questo Manuale del Kyudo.

Comitato Editoriale
28 ° anno dell’era Showa.

La pratica nel Dojo di Hakone

(Memorie di Nakano Keikichi sensei, Hanshi 10° dan, già Presidente dell’ANKF)

Sotto la guida di Chiba sensei lo studio e l’addestramento fisico basati sul I volume del Manuale di Kyudo ebbe luogo con altri trenta sensei. Tenendo in mano un ventaglio di ferro, Chiba sensei rimproverava ed incoraggiava i trenta sensei che praticavano tutto, dal camminare all’inchinarsi. Chiba ad alta voce ordinava: “Ripetere!” e “Correggere la posizione!” ogni volta che i movimenti dei sensei non erano coordinati con la loro respirazione. Cominciavamo a chiederci se il nostro corpo fosse sopravvissuto in quella settimana, e nella toilette asciugavamo le lacrime. Un sensei avvolse il suo tenugui intorno al ginocchio scorticato e ferito per proseguire la pratica. Fui veramente e profondamente commosso nel vederlo.

Quella settimana trascorse senza incidenti. Grazie al Cielo! Ci sentimmo risollevati, e alla fine del seminario Chiba sensei disse: “Questi sette giorni debbono essere stati duri per voi. Tuttavia, il frutto di questa pratica dipenderà dal vostro impegno nel diffondere il Kyudo nella vostra regione dal momento in cui tornerete. Dal fatto che lo facciate o no dipende la ‘Vita’ della Federazione di Kyudo. Conto su di voi affinché ciò venga fatto. Ora prendetevi cura di voi e rimettetevi in sesto”. Non ho mai dimenticato le sue parole.

Tengo sempre con me questo Manuale di Kyudo come una regola di vita. Inoltre tengo sempre impresso nella mia mente uno degli insegnamenti del Kyudo: “Comincia con il Rei e finisce con il Rei”, e cerco di mettere in pratica “Tirare è Vivere”. (pagine 14-15 del Quarto Volume del Manuale di Kyudo dell’ANKF)

La diffusione del nuovo Taihai dell’ANKF

Dopo la pubblicazione del primo volume Chiba sensei viaggiò in tutto il Giappone per dare insegnamenti agli istruttori locali di Kyudo. In occasione di tali viaggi Shintaro Kubota sensei accompagnò Chiba sensei, aiutandolo nelle dimostrazioni del nuovo Taihai dell’ANKF.

È lo stesso Shintaro Kubota sensei a rievocare quei tempi, allorché si trasferì a Mukojima, presso Tokyo, nelle sue memorie pubblicate sul Kyudo Magazine dell’ANKF in occasione del riconoscimento ufficiale del suo impegno nel budo:

“Il periodo di Mukojima:

Il mio dojo era stato distrutto da un bombardamento aereo. Inoltre, nei due anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale il Budo era stato proibito dai General Headquarters. Tuttavia, forse per il fatto che non era un Budo di combattimento, il Kyudo fu ammesso con una certa rapidità dai General Headquarters. Pur essendo un periodo di razionamento alimentare gli allievi gradualmente cominciarono a tornare. Costruimmo un dojo su un terreno distrutto dal fuoco ad Asakusa. Per evitare ogni problema, però, ci trasferimmo nella più tranquilla zona di Mukojima, ove costruimmo un nuovo dojo.

Dopo quattordici anni dalla fine della guerra ebbi l’opportunità di accompagnare ed aiutare il Presidente della ZNKR, Chiba sensei, in tutto il Giappone, per dare dimostrazioni che furono per me una straordinaria occasione di studio personale. Tuttora esprimo il mio profondo apprezzamento per Chiba sensei, nonché per la passione e il duro lavoro da lui espressi in tutta la sua vita per dare vita al Manuale di Kyudo e promuovere lo sviluppo del Kyudo stesso”.

Il futuro del Taihai dell’ANKF

L’attuale standard del Taihai non dev’essere considerato come una forma statica e immutabile. Il Taihai riflette in maniera naturale la forma e l’etichetta della vita quotidiana. Se la società e i suoi valori cambieranno, anche il Taihai dovrà adeguarsi. Un buon esempio di ciò è illustrato dalla pubblicazione della procedura del Tasukisabaki femminile, risalente al 1985. Nel momento in cui scriviamo, un recente articolo del Kyudo Magazine menziona lo studio in atto di una forma in piedi del tasukisabaki, insieme a possibili modifiche del mochimato sharei (tiro cerimoniale a bersagli invidivuali).

Tale processo di cambiamento è atteso e persino incoraggiato. Come si afferma nel Manuale di Kyudo:

“Sebbene il contenuto del tiro cerimoniale permanga immutato nella sua autentica profondità, esso riflette pur sempre i cambiamenti che avvengono nel corso del tempo: allo stato attuale troviamo uno stile ormai saldamente costituito, ma saranno necessarie ulteriori revisioni e correzioni. E in futuro ciò dovrà essere sempre più incoraggiato dall’entusiasmo e dagli sforzi dei praticanti di Kyudo”.

Riconoscimenti

Desideriamo riconoscere con gratitudine il cortese aiuto delle seguenti persone, precisando però che tutte le opinioni espresse in questo documento sono unicamente degli autori:

Koya Shishime, Assistant Manager dell’ANKF

Fumiro Kubota, Kyoshi, 8th Dan, Capo dell’Associazione Kubota per lo studio del Tiro con l’arco

Riferimenti:
ANKF Kyudo Manual, Volume 1 (edizione riveduta), versione inglese.
ZNKR Kyudo Manual, Volume 1 (edizione riveduta, 1956) versione giapponese.
ZNKR Kyudo Manual, Volume 1 (edizione corretta, 1981) versione giapponese.
ZNKR Kyudo Manual, Volume 4 (prima edizione, 1984) versione giapponese.
Libro commemorativo sul Kyudo per Nakano Keikichi Hanshi, 1993, giapponese.
Corrispondenza personale di Fumiro Kubota sensei.